Riflessioni a livello individuale

In classe abbiamo lavorato sul libro” Ero una bambina ad Auschwitz” di Frediano Sessi. Presenta la protagonista, poi scrivi i pensieri e le riflessioni che la lettura del libro ha suscitato in te.

La protagonista del libro è una bambina di nove anni circa, ha dei capelli biondi e corti. Il suo nome è Elissa. Vive con la sua famiglia in una bellissima casa a Vienna.
Un giorno i suoi genitori le dissero che tutti e tre dovevano intraprendere un viaggio. Purtroppo non era un viaggio di quelli che si fa durante le vacanze  estive dove si ride e si gioca, ma uno di quelli che ognuno di noi spera di non affrontare mai nella sua vita. Quel vagone minuscolo in cui era salita la piccola Elissa portava dritto nel posto più brutto che sia mai esistito:” Il campo di concentramento “, dove venivano rinchiusi tutti gli Ebrei. A mio parere, ciò che ha aiutato Elissa ad andare avanti è il suo stato d’animo sempre positivo e l’aiuto dei suoi genitori, che, attraverso piccoli gesti, la aiutano ad andare avanti. Però è anche vero che in un posto così brutto non è sempre facile essere felici; infatti i momenti che mi hanno toccato nel profondo del cuore sono ad esempio quando Elissa purtroppo è separata dai genitori e non so con quale forza è riuscita ad andare avanti, io al suo posto non ne sarei stata in grado. Sono contenta che la professoressa ci abbia consigliato questo libro; da quando l’ho letto ho capito quanto alcune persone siano crudeli e ho anche capito che qualunque cosa succeda devo sempre andare avanti e non fermarmi mai. Questo libro  è diventato uno dei miei preferiti in assoluto. Purtroppo ancora oggi ci sono persone, fra cui bambini, che soffrono la fame; infatti a volte, andando al mercato con mia mamma o mio babbo, vedo persone sedute a terra che chiedono elemosina. Questo dimostra che non ci sono più campi di concentramento ma di persone che fanno del male ce ne sono anche troppe! Tutte le volte che penso a coloro che stanno male mi rendo conto di quanto sono fortunata ad avere così tante persone che mi vogliono bene e mi proteggono. Secondo me per trattare così male delle persone non bisogna avere un cuore.

Aurora Bellocci

In classe abbiamo lavorato sul libro” Ero una bambina ad Auschwitz” di Frediano Sessi. Presenta la protagonista, poi scrivi i pensieri e le riflessioni che la lettura del libro ha suscitato in te.

Oggi vi presenterò la storia di una bambina che, vivendo nel periodo della seconda guerra mondiale ed essendo ebrea,ha passato alcuni anni nei campi di sterminio.
La bambina si chiama Elissa ed ha otto-nove anni, vive a Vienna con la sua famiglia, formata da sua madre, suo padre  e lei.
Essendo figlia unica è molto coccolata,in più la sua famiglia è ricca, quindi lei, quando è stata costretta a vivere prima nel ghetto e poi nei campi, ha subito un gran cambiamento : dalla ricchezza è passata alla povertà assoluta.
Però Elissa non ha smesso mai di combattere, perché vicino a lei c’erano i suoi genitori che le davano un gran supporto morale.
A me sembra un’ ingiustizia tutto quello che ha subito Elissa, perché lei era una bambina, quindi nessuno doveva prendersela con lei, poi anche perché gli ebrei sono uguali a noi … Sono esseri umani, ed in questo libro le uniche persone  che non si possono definire esseri umani sono i nazisti.
Januzs è il bambino di cui Elissa si è innamorata e il pensare di avere un futuro con lui la aiuta a superare le grandi difficoltà nei campi di sterminio.
Io già sapevo che nei campi la vita non era né confortevole né  facile, ma ignoravo che le persone venissero uccise così facilmente e leggendo la parte del libro dove si spiegano alcuni fatti mi sono messo a piangere.
Mi sono chiesto perché sia esistito il nazismo ed il razzismo durante la seconda guerra mondiale e perché sia presente nel mondo odierno.
In questi giorni ho sentito al telegiornale le storie di mamme, bambini, intere famiglie   che dalla Nigeria, dal Burundi, dal Senegal …. Vengono qua, con dei gommoni, con la speranza di trovare lavoro per sfamare i loro bambini che muoiono di fame, ma spesso queste persone non sono ben accolte.
Torniamo a noi, parlando di Elissa, che  come me ed i miei compagni è una bambina che spera in un mondo migliore senza guerre, e come tutti noi non sta riuscendo nel suo intento.
Nel mondo ci sono guerre e molti bambini soffrono perché anche se sono in un paese che amano ed in cui sono nati, in quel paese c’è la guerra ; tutto si potrebbe evitare con il distribuire il petrolio a tutto il mondo, dopo si dovrebbero togliere le monete e regalare le cose.
Ma la cosa più importante è che se un Dio ci ha creato, non ci  ha creato per distruggere gli altri suoi figli e quindi  non dovrebbero esistere le guerre sante, perché ognuno ha il diritto di vivere.

Gabriele Pettinelli

In classe abbiamo lavorato sul libro” Ero una bambina ad Auschwitz” di Frediano Sessi. Presenta la protagonista, poi scrivi i pensieri e le riflessioni che la lettura del libro ha suscitato in te.

La protagonista del libro è una bambina ebrea di nome Elissa, che all’inizio della storia ha nove anni. Pur essendo di religione diversa dalla nostra, Elissa andava a scuola e giocava come una bambina qualsiasi. Un giorno però scopre di dover partite per un viaggio con i suoi genitori e che, probabilmente, non tornerà più a Vienna nella sua casa. Una volta finito il viaggio in treno (in condizioni veramente orribili) arriverà nel ghetto di Varsavia. Dopo circa sei mesi partirà di nuovo e andrà in una serie di campi di concentramento. Alla fine Elissa tornerà a Vienna a tredici anni, ma nella sua casa troverà un’altra famiglia e lei dovrà andare a vivere con la sua ex domestica Annika. Dei suoi genitori non ci sarà traccia.
Elissa ha affrontato il periodo di passaggio da bambina a ragazza nei campi di concentramento. Le uniche cose che l’hanno aiutata a superare questi anni sono state l’amore per i suoi genitori e la speranza che un giorno tutto ciò sarebbe finito. I punti più drammatici della storia sono certamente quando Elissa viene separata dai suoi genitori e si ritrova in un posto dove non conosce nessuno e le guardie uccidono persone anche senza motivo.
L’autore tende a mettere in evidenza  le condizioni disagiate nelle quali Elissa  è costretta a vivere. Mentre leggevo il libro mi  ponevo sempre la stessa domanda: come fa Elissa a sopportare tutto ciò?  Io non ce la farei mai! Perché è quasi impossibile sopravvivere  in quelle condizioni. Elissa ha molte cose in comune con noi, perché è una bambina come tante altre, è soltanto diversa per la religione e, di conseguenza, per tutto il viaggio che ha dovuto intraprendere.
Probabilmente nel mondo ci sono molti altri bambini che soffrono, che hanno perso i genitori, che vivono in condizioni disumane o che spesso vengono discriminati per la religione o per il colore della pelle. Secondo me si può evitare il ripetersi di questo fatto cominciando a non offendere le persone diverse da noi, come spesso accade in molti luoghi, compresa la scuola,con gli atti di bullismo da parte dei ragazzi.

Giulia Bassignana